Amare i nostri nemici non è un impegno facile e, in genere, pensiamo che Gesù ci chieda troppo.
Di fronte ai tanti drammi che segnano l’umanità, - ha ammesso il Santo Padr - è difficile fare questa scelta: come si può amare, infatti, quelli che prendono la decisione di fare un bombardamento e ammazzare tante persone? Come si possono amare quelli che per amo-re dei soldi non lasciano arrivare le medicine a chi ne ha bisogno, agli anziani, e li lasciano morire?.
E ancora: Come si possono amare le persone che cer-cano solo il loro interesse, il loro potere e fanno tanto male? Io non so — ha affermato il vescovo di Roma — come si possa fare. Ma Gesù ci dice di guardare al Pa-dre. Nostro Padre è Dio: fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni; fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Nostro Padre al mattino non dice al sole: “Oggi illumina questi e quelli lasciali nell’ombra!” Dice: “Illumina tutti”.
Il suo amore è per tutti, il suo amore è un dono per tutti, buoni e cattivi.
Il Papa ha poi messo in guardia da atteggiamenti tesi a giustificare la vendetta a seconda del grado dell’offesa ricevuta, del male fatto da altri: la vendetta, cioè, fon-data sul principio «occhio per occhio, dente per den-te». Dobbiamo guardare ancora all’esempio di Gesù: «Conoscete infatti la grazia di cui parla oggi l’apostolo Paolo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, per-ché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. È vero: l’amore ai nemici ci impoverisce, ci fa poveri, come Gesù, il quale, quando è venuto, si è abbassato sino a farsi povero».
Forse non è un “buon affare”, ha aggiunto il Pontefice, o almeno non lo è secondo le logiche del mondo.
Eppure, «è la strada che ha fatto Dio, la strada che ha fatto Gesù», sino a conquistarci la grazia che ci ha fatto ricchi.